Organizzare un viaggio: assicurazione sanitaria

L’assicurazione sanitaria è assolutamente necessaria. MAI partire senza. Si pensi solo ai costi della sanità negli Stati Uniti (ma non solo lì, anche in Canada, ad esempio): sono elevatissime e tenete conto che se avrete necessità, la nostra copertura assicurativa italiana non ci rimborserà nulla al ritorno. Per fare un esempio, ho trovato qualche foto sul web che mostrano i pagamenti per prestazioni sanitarie: 55,000 $ per un’appendicite, circa 200,000 $ per neanche venti giorni di ospedale, e penso basti per giustificare un’indispensabile assicurazione sanitaria.

Stabilire la migliore non è facile. Mi limiterò a segnalarne alcune e a spiegare un paio di differenze sostanziali. Ecco alcune delle più famose agenzie di assicurazione:

  • Columbus
  • Allianz (Travel Care)
  • WorldNomads

I massimali a volte differiscono, come differiscono le modalità del rimborso (tra quelle che “rimborsano” e quelle che “pagano direttamente” i compensi). Un importante aspetto di cui bisogna tener conto è quello delle malattie cosiddette “pregresse”. In altri termini se negli ultimi dodici mesi precedenti alla partenza avete avuto una tal patologia, l’unica polizza che sono riuscita a trovare comprensiva del rimborso riguardo ricadute o/e conseguenze è:

  • Globy Rosso di Allianz

Altre assicurazioni sono:

  • ViaggiSicuri
  • Coverwise
  • Traverlguard

Un buona abitudine è quella di portare sempre nella borsa, insieme ai documenti, una copia della Life-Saver Card (ne parlo qui). Se si ha bisogno di portare medicinali particolari a bordo leggere qui.

Da ricordare che, anche per chi viaggia in Europa, la nostra tessera sanitaria definita europea non dà accesso ai servizi sanitari con le stesse modalità di quando viene usata sul territorio italiano. Inoltre si deve tener presente che non tutta l’Europa è “Europa” in quanto a sanità. Con la tessera TEAM si ha diritto all’assistenza sanitaria statale quando si viaggia in uno degli Stati membri, in Islanda, in Liechtenstein, in Norvegia e in Svizzera. Questo non significa che le prestazioni sanitarie sono gratuite. Le norme vengono dettate dallo stato che eroga il servizio. Emblematico il “caso francese” dove si paga un ticket del 20% sulle prestazioni e, in caso di ricovero, si deve pagare un ticket giornaliero. C’è da prestare attenzione a che la struttura sia convenzionata: un buon sito è Annuaire Santè che aiuta nella ricerca delle strutture e della conseguente tariffa applicata. C’è poi il “caso Svizzera”, dove il rimborso è indiretto e quindi le spese vanno anticipate e poi chiesto il rimborso, se si ha diritto. Non dimentichiamoci di alcuni paesi che consideriamo europei dal punto di vista geografico, ma che non hanno aderito ad alcuna convenzione riguardo le cure sanitarie. Esempio emblematico è l’Albania, che non ha accordi al riguardo, e dove sono escluse dalla copertura anche prestazioni di Pronto Soccorso.

Ovvia la conclusione che bisogna valutare caso per caso nel momento in cui si decide di partire. Oltre alle indicazioni presenti nelle schede dei paesi sul sito Viaggiare Sicuri del Ministero Esteri, si può utilizzare il motore di ricerca del Ministero della Salute chiamato “Se parto per …” : pochi click e si hanno tutte le informazioni del caso.

Dopo tutte queste restrizioni passiamo alle sorprese. Ci sono paesi, anche molto distanti, dove si sono stipulati accordi reciproci per assistenza in caso di prestazioni che hanno carattere di necessità (malattie, ma anche maternità ad esempio). Tra questi l’Argentina, l’Australia, il Brasile e Capoverde. Un elenco completo con le specifiche degli accordi in questa pagina del Ministero della Salute.

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